La Festa di S. Anna ogni anno esprime un intreccio di grandi valori antichi e sempre nuovi

Nello splendore del grano “coltiviamo e custodiamo” il giardino del mondo

Lettera pastorale in onore di S. Anna, Gran Madre delle Messi, Protettrice e Compatrona di JELSI-CB

Un cuore antico che batte ancora, appassiona, rilancia e richiama da lontano, anche gli emigrati oltreoceano e attiva nuove sinergie con la scuola delle trecce che coinvolge i piccoli e dei carri che coinvolge ragazzi e giovani con diverse famiglie. E poi le traglie simbolo tradizionale della festa che ha il suo cuore “rurale” cioè origine nel religioso frutto della terra e precisamente nel grano che si fa primizia e offerta in S. Anna, Madre delle bionde messi, al Datore di ogni dono. Festa che inizia ufficialmente con la domenica della MIETITURA, quest’anno a Toro (CB), con la partecipazione di molti jelsesi e non e dei laboriosi mietitori di Lupara, che nel segno del grano, vivono la spiritualità della con-divisione e della gioia fraterna, nel canto e nel ringraziamento al Signore, che feconda la terra e premia ogni attesa e desiderio anche inespresso. La Festa è occasione di nuove relazioni tra paesi ed esprime l’identità e la coesione della comunità, nello spirito di appartenenza, nella forza dei valori morali, nella cura comune del territorio e nella valorizzazione delle sue risorse. E il chicco umile si fa spiga dorata e si fa lode nel cuore di tutti. E “se a Jelsi il GRANO si fa arte donata a S. Anna, a Gildone il PANE fragrante in onore del S. Cuore e di S. Antonio di Padova si fa dono per tutti”. Ecco il dono che ogni anno festeggiamo anche il 2 luglio nel gemellaggio con la comunità di Gildone (CB) a Casalvecchio di Puglia (FG) accomunati nella venerazione della Patrona, la Vergine SS.ma delle Grazie. E sui grandi e sterminati colli dauni ho raccolto, tra il profumo del grano semi-mietuto, le colture del coriandolo e della canapa alimentare e tessile, le intuizioni di questa lettera che auguro copiosa, come le spighe dorate raccolte nei covoni, di ulteriori stimoli e nuovi percorsi. Tutto questo perché il chicco, simbolo del nostro cuore, “crede” che risorgerà dalla Terra Madre che lo accoglie, lo custodisce e gli dà nuova vita! E solo chi crede, oggi, semina a piene mani! Ecco il significato profondo della 213.ma Festa di Jelsi, “Paese del Grano”. Sia così il nostro cuore, aperto nel dono generoso! Soprattutto per chi ama la terra e la difende come di recente lottando e manifestando (come ha fatto il Comitato delle Mamme Sannite, “Comitato Civico per il rispetto e la tutela del territorio” sostenute fortemente dalla popolazione, dal parroco, da Mons. G. Bregantini insieme al Vescovo di BN) per ottenere la sospensione fino al 9/1/2019 della mega discarica di rifiuti (di 22mila tonnellate l’anno) che la “camorra” vorrebbe realizzare nella Contrada Pianelle di Sassinoro (BN). Come non permettere a “mammona“ di vincere oggi con le sue sporche speculazioni e di spegnere la bellezza del creato? Come fare perché la sospensione del Consiglio di Stato, che ha chiesto “un approfondito esame nel merito” diventi annullamento dell’autorizzazione? Come vincere l’omertà spesso denunciata da don Maurizio Patriciello che a più voci denuncia lo scandalo della “Terra dei fuochi”? Il grano allora si fa speranza, coesione e lotta per il giusto, il vero, il bello, il pulito, la salute e per porre al centro non interessi economici ma la vera umanità, la dignità della persona e la preziosità della VITA. E insieme le radici si rafforzano e uniti nella lotta si vince! E nella preghiera i cuori tormentati (e schiavi dei moderni idoli) si ravvedono, le motivazioni degne emergono e le contese si estinguono. Di cuore presentiamo alla Madre S. Anna la grande preghiera perché ognuno si faccia custode del creato. “Finché durerà la terra, seme e mèsse, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno” (Gen 8,22). “Con queste parole - scrive il Cardinale G. Bassetti- la Scrittura indica, nell’alternanza dei tempi e delle stagioni, un segno di quella stabilità del reale, che è garantita dalla fedeltà di Dio”. Oggi siamo chiamati a interrogarci e ad agire con urgenza (come ascolteremo a settembre nel Messaggio per la Giornata della custodia del creato) dinanzi alla crisi e al cambiamento climatico, all’inquinamento diffuso, ai drammi di cui sono vittime tanti popoli costretti a farsi migranti. Come ricorda il Messaggio: “la sfida non interessa solo l’economia e la politica: c’è anche una prospettiva pastorale da ritrovare, nella presa in carico solidale delle fragilità ambientali di fronte agli impatti del mutamento in una prospettiva di cura integrale”. Interrogarci ed agire partendo dalla prospettiva spirituale cioè dal curare la vita interiore per saper custodire la casa comune; vita interiore che apre alla lode, al ringraziamento, all’ascolto, alla contemplazione, allo stupore. E la natura affascina con le piccole e grandi bellezze! Allora con S. Anna siamo invitati a “coltivare e custodire” il giardino del Mondo (cfr Gen 2,15). “Mentre coltivare significa arare o lavorare un terreno, custodire vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura” (Papa Francesco, Laudato Sì, Enciclica sulla cura della casa comune n. 67) per garantire fertilità nel futuro. Con un grato saluto a Sua Beatitudine Louis Raphael Sako, Patriarca caldeo di Baghdad- IRAQ- (che ci ha visitati nella Festa di S. Anna 2015), ora Cardinale, e un’accorata preghiera, rinnovata nel segno del grano offerto, che in S. Anna, si fa speranza per l’Iraq, la Siria e l’intero Oriente. Tutto nel dialogo costante e nell’impegno per la PACE. Con l’augurio di rafforzare l’unità dei cristiani, rilanciare il principio di cittadinanza quale elemento comune a tutti gli iracheni e sostenere la ricostruzione dopo la guerra e le violenze jihadiste. S. Anna e S. Gioacchino ci insegnino a dare il nostro cuore a Dio e non soltanto i ritagli del mostro tempo; a ritrovare la fierezza di appartenere a una storia che la comunità celebra e alimenta nella fede; la cura dei nostri territori nella responsabilità di custodire e coltivare il creato, interpretandosi non come padroni della vita ma come portatori di un dono ricevuto e da trasmettere alle generazioni di domani; l’unicità dello stupore per cogliere la profondità della vita; la preziosità dell’intreccio di cuori che amano e di mani laboriose che costruiscono; ci aiutino a saperci orientare verso stili di vita e di consumo responsabili e verso scelte lungimiranti con l’occhio e la mente dei giovani, unita alla forza degli adulti e alla sapienza degli anziani. Gli amati santi ci diano il gusto della preghiera come cibo per la vita dello spirito, per comprendere ed accogliere la Divina Volontà in ogni atto per incontrare il Cristo, ascoltarlo e orientarsi in Lui. E ancor più a cantare con la nostra vita l’Amore di Dio che ci porta e servendosi di noi, semplici strumenti poiché umili creature, sempre ci sorprende e compie le sue meraviglie! Amata S. Anna insegnaci che Dio, viaggiatore dei secoli e conoscitore dei cuori, arriva come seme che diventa albero, come chicco che si fa spiga multipla, come lievito che solleva la pasta, come profumo di vita per la vita e così vedi i cieli riflessi in una goccia di rugiada, il cammino di Dio nella polvere delle strade. E se non lo vedi e i suoi passi ti sembrano lenti Lui arriva e cammina su ogni strada. Il mondo è pieno delle sue tracce! Jelsi (CB): 26.7.2018                                                                               Il Parroco: don Peppino Cardegna

CON IL SALUTO E GLI AUGURI DI MONS. GIANCARLO M. BREGANTINI:

Mi unisco al vostro cammino ecologico come SEGNO di CURA del CREATO, reso bellezza nell’attenzione amorevole al GRANO, nella benedizione di S. Anna e S. Gioacchino.

+ Padre GianCarlo Bregantini, Vescovo

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